L' esperienza che decidi di fare
potrebbe trattarsi di miti fini a loro stessi, potrebbe trattarsi di giochi, potrebbe trattarsi di 'pettegolezzi', di voci tramandate nelle generazioni per rassicurarsi o per dare spiegazioni a ciò che forse disorientava e spaventava. Eppure prima di venire qui noi stessi ci siamo accordati con altre anime per poter fare questa esperienza, questo percorso...a volte in questa vita possiamo anche esserci domandati se nell'accordarci, su nell' Akasha (o come la si voglia definire), eravamo ubriachi persi del tutto incapaci di connettere. Eppure siamo qui. E se ci pensiamo bene l'esperienza che decidiamo di fare è proprio quella utile per noi, la più funzionale per noi. E in questo meraviglioso gioco in cui ci troviamo a interagire scopriamo la poesia di ciò che siamo. Noi siamo poesia. Noi siamo versi fluidi che, come morbide onde, danzano questa danza che abbiamo scelto. E nello sceglierla ecco che l' universo (o noi stessi) ci mette davanti altre anime, situazioni e occasioni da cogliere. Ci mette davanti gli attrezzi. Uno di questi è appunto la Comprensione Poetica di ciò che Siamo. E in cosa consisterebbe? nella semplicità, nell' ondeggiare dei nostri stati d'animo, nella fluidità del lasciarci scorrere e nell'affidarci. Quante volte pensiamo di essere 'risolti' e invece non lo siamo? o illuminati? o risvegliati? noi siamo generatori di luce ma se non togliamo i blocchi che impediscono a questa meraviglia di espandersi, allora l' esperienza che avevamo deciso di fare non è totale o addirittura non la faremo e allora l' universo (o l anima) si prodigherà per farcela capire meglio dandoci ancora più addosso. è questo ciò che vogliamo?
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