nastro trasportatore

siamo qui e siamo in viaggio. inizio filosofeggiante a parte, direi che questo è innegabile. A volte quando si prende l 'aereo si ha il vago timore che all'arrivo non si trovino i bagagli. Stanno li, uno ad uno, pieni di cose e girano, girano e continuano a girare sul nastro trasportatore. Se da un lato possiamo riconoscere in quel loop il reiterare di cose e azioni (e non se ne esce finchè non si prende il bagaglio) vi è anche in una certa misura la teatralizzazione (non me ne voglia il teatro che io amo particolarmente) delle ossessioni, delle preoccupazioni che si hanno. Ma come sarebbe la vita se semplicemente ci fermassimo a guardare i bagagli scorrere? a noi, quelle cose, servono? o, più semplicemente, ce le vogliono far servire? siamo forse cosi incapaci di vivere o siamo assuefatti a sopravvivere? caricarsi di cose che non servono non fa che appesantirci nel viaggio, nel non farci stare nel qui ed ora e soprattutto non ci fa apprezzare la magia del viaggio che stiamo compiendo. vogliamo tirarci dietro un trolley pesante oppure mettere l essenziale in uno zainetto e pronti all'avventura? la scelta è vostra. 



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